“A sera, percorrendo strade oscure, le nostre forme pallide ci appaiono dinnanzi” (Georg Trakl).
Sera, strade oscure, pallore, sono solo alcune degli elementi rappresentati dalla proposta musicale degli Engel der Vernichtung, che tingono di divagazioni destrutturate le melodie neoclassiche spesso struggenti e dolenti: per esempio, L’erba o Angeli in polvere, a parti più ariose e “atmosferiche” nel senso proprio di sublimazione e leggerezza fluttuante, come in Tavor.
Vengono in mente Stoa, Die Verbannten Kinder Evas, Elend, epurati però dall’eccessiva “pesantezza” funebre e mesta o “liricheggiante” (pensiamo ad alcune song degli Elend che si aggirano intorno ai 10 e passa minuti!) anche se però le vocals si mantengono sempre su un tono recitativo, da teatro, quasi ieratico, come in En dansant la fin de la vie, tranne nelle song più “sperimentali” per esempio Frammenti, che assumono un tono più “folle o psichedelico”; in alcuni frangenti vengono in mente anche i Lycia più gelidi, volendo, “un pò da aurora boreale”. Il tutto sempre rivisto in forme più minimali e intimiste, rispetto al “trionfo esageratamente sinfonico” tipico di molte band neo-classic.
Sono presenti anche liriche femminili in Et qui m’attire vers le haut, preceduto da un intro molto bello, a carillon, dal tono fiabesco e rarefatto, come anche la liquida Gabriele torna a casa.
Altri nomi che mi hanno portato in mente sono Eric Satie e David Sylvian, che aleggiano tra le note, rivisti in un’aura autunnale e un pò primi inizi ‘900; istintivamente la musica della band mi fa venire in mente vecchie pellicole cinematografiche in seppia o bianco e nero.
La musica proposta degli EDV è tesa alla riflessione, spesso malinconica, ma non lugubre; frammenti di luce e speranza prevalgono, su trame che alternano “tastiere da cattedrale” (Steinhof) a fughe di pianoforte, potrei azzardare quasi da “Chiaro di Luna” o “I Notturni” di Chopin (A Elsa Morante), sfumature sonore presenti soprattutto nel cd numero 2, che racchiude degli inediti: Orione song 2, Orione song 4, La plus grand des perversions , per esempio sono esplicative, al riguardo.
Ci sono anche passaggi di “sperimentazione” come le “progressive/free dark jazz” Acqua e Zolfo e Underwater Kinds of life , la “noiseggiante-atmosferica” Me ne vado così o l’intro gocciolante di Les portes de la ville de Karnaq; in The skies ballet i Nostri assecondano a una “danza industriale e meccanica” vocals in tedesco molto marziali, mentre Consequences! lascia trapelare tutta la vena spettrale e desolata: è un pezzo che suona molto “cinematografico”, magari per un vecchio film in bianco e nero; la voce femminile cupa e declamatoria conferisce un tocco “stregonesco”.
Concludo dicendo che, come per i Kyrie, a mio parere la band potrebbe dare il suo meglio in live organizzati in piccoli locali “intimi”, o a reading di poesie, dal’atmosfera ricercata e chic, perchè la band si muove con una naturale predisposizione poetica e profonda.
Chiudo con questa citazione, che d’istinto, vorrei associare alle atmosfere del cd:
“Adesso l’alba è una goccia di brina, adesso la morte è più lontana, più vicina” (Milo de Angelis)
Lunaria
Darkwave
2012
Engel der Vernichtung