Progetto tutto italiano
Benvenuto su Darkitalia, Gianluca…! Presentati ai nostri utenti!
Mi chiamo Gianluca, 39enne nato a Roma, Musicista.
Lunaria : Il tuo progetto solista è Arctic Plateau. Parlaci a fondo di questa “tua creatura”….Iniziando dal monicker, che rimanda di primo acchito, a un’essenzialità lineare gelida e glaciale, e di “come ti trovi” a lavorare da solo… è una scelta ben precisa, magari dettata dall’amarezza di precedenti esperienze, oppure essere l’unica mente dietro un progetto musicale è un modo per avere il controllo totale sulla propria espressività che in “un lavoro di gruppo” verrebbe affievolita e “incanalata” in direzioni diverse?
Arctic Plateau rappresenta la sublimazione in musica della mia intera esistenza ed il monicker l’ho scelto al volo tra una potenziale lista che avevo scritto quasi per scherzo una sera di tanti anni fa; ai tempi mi capitava di ascoltare con piacere band che suonavano la musica dei grandi spazi aperti come i Friends of Dean Martinez, gli Explosion in the sky, un certo tipo di “desert rock†o post rock come lo chiamavano i giornalisti all’epoca. Cercavo un nome che potesse essere in grado di esprimere un idea molto lontana dal consueto e noioso panorama rock and roll Internazionale, ma che allo stesso tempo fosse molto personale e testimone diretto della musica che scrivo. Volevo inoltre che fosse il pi๠lontano possibile dal rischio di poter essere legato ad un immaginario riconducibile al panorama emergente Italiano. Lavorare nel modo in cui lavoro è stata una scelta maturata nel tempo; meriti e demeriti sono sotto la responsabilità di un unica persona e questo è ciಠche preferisco. Non ho vere e proprie amarezze rispetto al passato, tutto è servito per arrivare fin qui, non c’è stato un momento nella mia vita in cui ho smesso di scrivere o pensare musica.
Lunaria : Come defineresti il tuo stile musicale?
Io da quello che ho potuto sentire, ho trovato rimandi a SlowdiveMy Bloody Valentine, ma il tutto suona molto pi๠malinconico e “ovattato”… quasi “alla moviola”… Ma risulta difficile usare “etichette”.
Permettimi una considerazione; ritengo normalissimo cercare di etichettare la musica, sopratutto perchè sembra che in questa vita ci sia un impellente bisogno di certezze. Catalogare, etichettare, sembra sia necessario. In realtà ho conosciuto gente che amava essere classificata, etichettata, catalogata egli stessa insieme alla sua musica, in una sorta di autoclassificazione celebrativa. Gente che avrebbe venduto l’anima per un contratto discografico o una recensione e che avrebbe venduto l’anima per riempire un posto di uno scaffale ammuffito di uno qualsiasi dei negozi di dischi rimasti. Considero mediocre tutta questa voglia di occupare per forza uno spazio e volgare la voglia di “arrivare†ad ogni costo (a patto che firmare con un etichetta discografica voglia dire essere “arrivatoâ€, e non è affatto cosà¬); questa è musica, non è il posto fisso al ministero, non giri con la polizza assicurativa sulla tua musica dentro le tasche dei pantaloni, tutto puಠsuccedere, pertanto se fai musica lo fai innanzitutto per te stesso, perchè ne hai necessità . Questo non fa di te un eroe, questo non fa di te un fascinoso Bohemienne da romanzo. Tu sei un essere umano che ha scelto la musica come mezzo di espressione; se questa cosa verrà da te effettuata con serietà sarà certamente notata e raccoglierà consensi e plausi, ma questo dovrebbe essere un punto di partenza e non un punto di arrivo. Fatta questa doverosa premessa posso dirti che Il mio “stile musicale†è molto controverso, nasce probabilmente da tanti ascolti e influenze che non riesco neanche a centrare se ci penso; ho ammirato ed ammiro tutt’ora alcune produzioni delle band da te elencate ma non ne faccio un vessillo del mio stile.
Lunaria : Pensi che ci sia una track che meglio ti rappresenta, tra quelle che hai composto? A quale sei “legato di pi๔, magari perchè comporla ha rappresentato per te una sfida?
Posso dirti certamente che sono molto fiero di aver scritto brani come “Ivory†o “Alive†e molti brani del secondo album, ma tutti sono rappresentativi dello stile Artico. Per quanto riguarda il senso di sfida comprendo ciಠche dici, ma non ho mai dovuto realmente faticare per comporre un solo brano del repertorio. Tutto nasce sempre in modo molto naturale.
Lunaria : Parliamo anche del’artwork. Non ti nascondo che quello di “On a sad sunny day” mi ha provocato un senso di nostalgia,
mi sembra quasi un’istantanea, una sorta di vecchia foto/cartolina che viene trovata per caso in un cassetto…. o forse, non è mai stata spedita. La trovo molto malinconica, malgrado sia inerente a una spiaggia, con persone che guardano il mare, e quel riferimento al Sole… anche se il titolo “On a sad sunny day” suone come un ossimoro… il Sole non pi๠visto come portatore di luce/nuovo giorno… è quasi un sole smorzato, sbiadito, quello che campeggia nel’artwork. Un Sole che ha perduto ogni vigore: un Sole che si “è arreso”.
Rispetto all’artwork di “The Enemy inside”, molto pi๠“esistenziale-solitario”, trovo che ci possa essere un collegamento tra le due copertine, quasi come se dopo quella spiaggia, in “compagnia degli altri”, nel tentativo di “far festa, far baldoria” per non pensare,
ci fosse comunque l’inevitabile solitudine… Ci sono dei significati ben precisi, in queste due copertine, oppure possono essere interpretati da pi๠punti di vista?
La scelta dell’artwork è stato un momento cruciale del secondo album e rappresenta in effetti l’esposizione di un certo modo di intendere una sorta di esistenzialismo. Io stesso considero il primo lavoro un album fotografico a colori, da sfogliare. “The Enemy Inside†si basa meno su tematiche sognanti; anche se in fondo in fondo è un album assai onirico per certi versi e le song racchiuse in esso vivono una sorta di realtà condizionata dal ricordo, pertanto si spogliano di quelle ingenuità che sono il punto forte di “On A Sad Sunny Dayâ€. Definirei i due album in ogni caso complementari.
Lunaria : Ritornando al discorso musicale, pensi che il tuo attuale sound sia “definitivo” e “standardizzato” oppure senti che in qualche modo non è che un primo passo verso l’evoluzione, un “perpetuo divenire artistico”, sempre in oscillazione, sempre teso nella scoperta verso e per nuovi orizzonti?
Pensi che la perfezione in campo artistico sia pi๠legata al concetto di “non finito”, piuttosto che di “perfezione formale statica e immutata, definitiva”?
Assolutamente penso che di definitivo non ci sia nulla, a parte, talvolta, il caso. In qualsiasi campo artistico la sterilità nasce dalla convulsa voglia di “arrivare†da qualche parte, dalla frenesia tipica dei nostri maledetti tempi devà²ti alla credenza popolare del riuscire ad ascoltare e/o produrre (per di pi๠in fretta) qualcosa di già finito, terminato, in tempi da record, quando invece l’ascolto (e molto spesso la produzione stessa) avrebbe bisogno ancora di respiro, maturazione.
Il concetto di evoluzione artistica, per una persona come me, nasce dal saper ascoltare le proprie reali necessità e dal saper miscelare attraverso la propria arte ciಠche è in costante mutamento a ciಠche oserei addirittura definire in contrasto con la realtà che ti circonda.
La staticità come estremo opposto dell’iperproduttività ; iperproduttività oggi tanto vituperata, iperconsumo; non sono cose che fanno molto per me.
Quanti dischi sei in grado di ascoltare oggi fra quelli che scarichi? Quanti di essi conosci alla lettera? E quanti dischi eri in grado di ascoltare e conoscere alla lettera quando 20 anni fa la compressione mp3 non esisteva? Non esiste meglio o peggio, è l’uso che fai delle cose che puಠessere giusto o sbagliato, ed oggi, a mio modo di vedere, di “cose†ce ne sono fin troppe, pertanto se non sai fare un buon uso delle tue doti rischi di compromettere quel che di buono c’è in te ed in quel che realizzi. La perfezione esiste nel momento in cui decidi di chiudere il mix di un tuo brano, per quanto in futuro ascoltandolo, potrai definirlo “eufonicamente imperfettoâ€. L’arte è contraddittoria, altrimenti sarebbe matematica, certa.
Lunaria : Credo che tu abbia molto da offrire, come Artista, sia nel campo musicale, che nel campo della riflessione umana, esistenziale. Vuoi parlarci delle tue certezze esistenziali, dei tuoi dubbi, del sapere a cui sei pervenuto in questi anni, insomma, a tutto ciಠche semplicemente potremmo definire “dare un senso della vita”…. Tu che senso dai alla (tua) vita? Se non sbaglio, il nuovo cd è proprio un concept…
Il concetto che applico alle cose è la semplicità , ma semplicità non è mai stato sinonimo di facilità . Non riesco molto bene a parlare di me; riesco in modo semplice a parlare “per†me. Il senso che io applico alla mia vita è quello di aspirare il pi๠possibile a quella normalità che per anni ho cercato, quel senso di normalità che per molte persone è alienazione a me risulta, oggi, oggettivamente semplice. Amo i piaceri terreni come chiuque altro, cerco di imparare dagli errori tentando di non ripeterli nel corso del tempo. Scrivo musica e lo faccio da professionista, mi sento molto fortunato, ma non ho mai rincorso questo obiettivo con affanno; sarei stato felice anche se avessi continuato a scrivere solamente per me stesso.
Credo inoltre che a livello sociale il paese in cui viviamo vada verso una possibile deriva; manca la testa, manca il cuore.
Lunaria : Quanto ti influenza il mondo circostante nella creazione artistica? Gli Altri, Lo Sguardo degli Altri che giudica, limita, restringe….
O sei pi๠ispirato dalle tue vicende personali, uniche, irripetibili, che fanno parte del tuo proprio essere? Io sono convinta che sia l’incomunicabilità spietata dei nostri propri Ego a isolarci costantemente gli uni dagli altri. Trovo che qualsiasi tentativo di comunicazione di ciಠche è nostro, nell’Io profondo, verso l’esterno, verso “Il nostro prossimo”, sia quasi sempre destinato al fallimento. Non credo all’empatia. Credo in un solipsismo che colpisce tutto e tutti. Ciಠche viene recepito, è apparenza. Forse quando (se) troveremo il modo di abbattere questo limite, troveremo armonia tra noi stessi e gli altri.
Sono molto coinvolto da queste tematiche pur avendo un rapporto tangibile con l’universo pratico delle cose di tutti i giorni e quel che puಠessere definito comunicazione sociale. Non amo i Social Network ma ne riconosco l’utilità quando veicolano principalmente informazione e contenuti culturali, storici. L’incomunicabilità di cui parli è naturale in una società in cui la produttività sembra esser stata appositamente confusa con la fretta, l’inseguimento della velocità a tutti i costi, ma il problema vero e proprio credo sia basato dall’animo umano in relazione a sà© stesso. Pensare che il problema sia fuori da te stesso, scisso, è il principale responsabile della schizofrenia mediatica e sociale da cui siamo avvolti tutti.
L’uomo ha fagocitato il proprio essere attraverso una serie di giustificazioni storiche, sociali, religiose, che non hanno creato passi in avanti rispetto a un secolo fa, ma sono anzi andati a sedimentare quei limiti che sono alla base dell’uomo stesso, svolgendo un opera di rinforzo alla regressione personale di ognuno. Vengo pertanto ispirato da tutto ciಠche mi circonda, da tutto e dal suo stesso contrario.
Lunaria : Hai ulteriori progetti, idee, che svilupperai in questi mesi, oppure “ti prenderai una pausa”? E per curiosità , cosa ti piace ascoltare?
Non sviluppo mai un programma fisso di cose da fare, o meglio non nella musica, ma ultimamente sono coinvolto nelle pre-produzioni di altri progetti e spero da quest’anno di curare anche la parte della produzione. Non sono mai in “pausaâ€, sul fronte personale sono impegnato sulla scrittura di un manoscritto di idee e pensieri ma non sono cosciente del tempo che ci vorrà per considerarlo chiuso. Stಠscrivendo inoltre qualche idea nuova per Arctic Plateau e provando nuovi bassisti che potrebbero far parte del progetto live Arctic Plateau, anche se la cosa non è semplice, vista la natura di soloproject nato in studio. Ascolto volentieri musica classica, ma ascolto di tutto: new wave e qualche band Italiana, ma anche vecchio Black Metal ed elettronica.
Lunaria : Quale pensi sia il tuo punto di forza musicale e che tipo di pubblico pensi possa apprezzare la tua proposta? Penso che la tua musica porti molto a riflettere.
Rispondere alla tua domanda è complicato e forse non spetta a me; dovresti chiederlo a chi compra e scarica i miei brani. La mia musica nasce in modo estremamente spontaneo ma non so esattamente da dove provenga; naturalmente se questa piace anche alla gente ne sono molto felice; cerco di farlo bene e nel migliore dei modi.
Lunaria : Concludi a tuo piacimento l’intervista!
Concludo salutando DARKITALIA e tutti i ragazzi che avranno modo di avvicinarsi alla mia musica grazie a questa intervista.