FEMINA FABER nasce nel 2005 dall’idea di Paola Bianchi di coniugare l’asprezza di suoni sintetici e industrial alla musicalità della lingua latina, Darkitalia.it si è interessata a questa artista per farvela conoscere meglio…
Ciao Stefano, prima di tutto grazie per lo spazio che mi hai dedicato. Rispondo molto volentieri alle tue domande e in particolare a questa, è vero, mi è stata rivolta tante volte ma qui vorrei cogliere l’ occasione per alcune precisazioni.
La scelta di creare sonorità industrial legate alla lingua latina e’ nata dall’idea di unire alcuni aspetti del mio background musicale che pi๠mi affascinano perchè ho la mania di unire gli opposti che si attraggono. Dopo anni di studi di musica antica trovo che sia un passaggio naturale cogliere il fascino della lingua latina, cosଠcome è abbastanza logico che l’idea di rivisitare in chiave moderna dei brani antichi non mi abbia mai sfiorata. Personalmente ritengo alquanto di cattivo gusto e un po’ scontate certe esecuzioni del repertorio antico con le testiere o addirittura le percussioni finte, o certe composizioni che hanno la pretesa di ricreare atmosfere e narrare temi tipicamente “medioevali” o “rinascimentali” o di qualsivoglia periodo ma senza il minimo senso da un punto di vista filologico, e haimè, talvolta nemmeno senza un adeguato supporto tecnico.
Invece mi piace molto l’idea di sfruttare la musicalità del latino per dire qualcosa di personale e attuale, perchè il questa lingua ci sono molti vocaboli “onomatopeici”Â. Ho dunque pensato di comporre miei testi e tradurli in latino perchè mi piace molto il potenziale evocativo di questa lingua, che nel mio caso viene utilizzata solo per valorizzare al meglio determinate parole o il significato di un testo.
-Femina Faber ha suonato un po’ in tutta Europa, ma proviene dalla città di Milano, dimmi, c’è differenza tra la scena italiana, e la scena Europea? e soprattutto trovi che in italia tutte le città in cui hai suonato abbiano dato la stessa risposta? oppure in ogni città hai avuto stimoli diversi?
Per quanto riguarda la mia esperienza live la differenza che ho notato rispetto alla risposta del pubblico non dipende dalla città ma dal contesto in cui viene realizzato il concerto. Il mio live è molto minimale e credo per questo abbastanza versatile. Si adatta sia a contesti dove il pubblico è pi๠attento all’ascolto, perchè l’arrangiamento è molto curato, ma i miei brani sono anche “ballabili”Â. Detto cosଠpuo’ suonare un po’assurdo, ma ho incontrato una buona risposta sia nei club e nelle discoteche che nelle chiese! Mi piace molto avere la possibilità di incontrare le persone del pubblico e scambiarci due parole, a volte scopri cose su come viene recepita la tua musica molto interessanti soprattutto per avere uno specchio sulla realtà “a caldo” e che mai potresti avere in altro modo.
Poi, avendo avuto la possibilità di suonare con diversi gruppi, un’altra differenza che da mia personale rilettura e pi๠in generale esiste tra Italia ed Europa è che in Italia si tende a “mitizzare” il musicista. Lo vedi proprio nelle reazioni delle persone, tutti a diversi livelli sentono la necessità di “consacrare” o “massacrare”Â, mentre per esempio in Francia o in Germania, nel bene e nel male, il lavoro del musicista viene visto come un lavoro come un altro.
-Sei una profonda conoscitrice della scena industrial ambientale italiana, insomma chi ti ha ispirato nel bel paese e chi credi di aver ispirato tu.
Non so chi posso aver ispirato a livello italiano ed europeo, ma non lo escludo, come capita alla maggior parte delle persone che fanno musica. A livello italiano sicuramente adoro il lavoro di Tasaday, Kontakte, e CCC CNC NCN; a livello europeo SPK, Klinik, Front 242.
-Paola, ho notato dal tuo sito web il tuo modo di presentarti, molto particolare, direi minimalista ma alquanto significativo. Cosa ti ha portato a questa scelta estetica?
Credo che l’estetica sia importante, è il primo biglietto da visita. Ma ostentare troppo la forma a volte puo’ mascherare la sostanza. Nel panorama musicale dark gotico ecc.. siamo abbastanza abituati a certe carnevalate. Non ho mai sentito la necessità di associare la mia immagine alla mia musica, ma con questo progetto per la prima volta ho deciso di utilizzare le mie foto per la copertina e per i manifesti dei concerti, perchè Femina Faber è anche un “personaggio”Â, e poi perchè credo che cura estetica e spessore musicale possano coesistere, e mi sembra che il messaggio venga recepito (vedi ad esempio il comunicato stampa del concerto al MIAAO di Torino l’8 novembre scorso) . Mi sono molto divertita con la mia amica e fotografa, Elsa Dorella, che ho pensato di unire l’utile al dilettevole, per anni le persone si sono abituate solo a sentire la mia voce, oggi possono anche vedermi in un’altra veste.
-La tua ultima fatica discografica si intitola “Tumultuor” ci và di parlarci un po’ di questo album?
Ho sentito che lo hai presentato con un Tour in tutta Italia dal nome molto particolarec “Ictus libidinis” (trauma sensuale) perchè questa scelta?
Non è esatto “Ictus Libidinis” è il tour del mio primo EP, in cui era contenuto un brano con questo titolo, sempre per giocare con gli opposti che si attraggono.
“Tumultuor” è stato il punto di arrivo di una lunga esperienza live, ma anche di una ricerca musicale e di scelte che non avrebbero visto la luce senza le persone che con me hanno collaborato. In esso c’è tanto di me, e anche un po’ di ognuno di loro. Ad esempio Marco Milanesio ha creato Nox Lux, un bellissimo brano, un arrangiamento che avvolge perfettamente la mia voce e che rimarca alcune scelte linguistiche, e ha dato un’impronta notevole all’album con la sua produzione. Fausto Balbo ha creato tre brani in cui ha messo molto della sua esperienza e ricerca musicale, cosଠcome Andrea Marutti e A034. E’ giusto citare anche i Kontakte (Stefano Sangalli/Stefano Golfari/Sandro Ripamonti- Tasaday) che hanno realizzato per me un brano molto originale che per motivi tecnici non è stato possibile includere nel disco. Le idee di partenza sono state sviluppate con uno scambio “generoso” e per me è stata un’esperienza molto arricchente, “Tumultuor” è un disco molto vario proprio per questo, e il risultato è anche merito di chi ha saputo incoraggiare e sostenere al meglio le mie scelte.
-Cerchiamo di conoscerti in maniera pi๠approfondita, quando sei a casa, magari sdraiata sul divano qual’ è il disco che ascolti di pià¹?
Non ne ho uno in particolare¦ ad esempio Jo’hann Jo’hannsson, Baby Dee, Larsen, The Black Heart Procession, Radiodervish, Radiohead, quando ho bisogno di staccare la spina e a seconda dello stato d’animo, altrimenti La Reverdie, Anonimuous4, Hilliard Ensemble quando ho bisogno di mantenere la concentrazione su un determinato repertorio.
-Grazie mille per la bella chiacchierata, in ultimo ti chiedo solamente, cosa bolle in pentola? insomma ci sono in programma altre date, o qualche inedito?
Progetti per il futuro¦ sto’ lavorando a nuovi brani con la collaborazione di Marco Milanesio e preparandomi per diversi concerti, non solo come Femina Faber, ma anche con i cori in cui canto da diversi anni, potete trovare il calendario sempre aggiornato sul mio myspace. Ti ringrazio di nuovo per la tua attenzione!
link utili:
http://www.myspace.com/feminafaber
Femina Faber
Stefano Rassu