In occasione del loro nuovo album “We, The Victims of History“, abbiamo avuto il piacere di intervistare i Christ vs Warhol, la band death/goth rock e punk nata nel 2009 a Los Angeles dall’unione di ex membri degli Scarlet’s Remains e The Deadfly Ensemble.
Ecco cosa ci hanno raccontato.
ENGLISH VERSION BELOW
1) Innanzitutto: ciao ragazzi e grazie per aver accettato quest’intervista. Il 15 settembre avete pubblicato il vostro nuovissimo album, “We, The Victims of History”. Da quanto tempo ci stavate lavorando? Il suo nome mi fa pensare a come ci si sente ad essere degli emarginati… ma qual è la sua vera ispirazione?
Steven J: Il significato è l’opposto di essere degli emarginati, con enfasi sul “we”, nel senso di esperienza umana collettiva che è arrivata ad un punto nella civiltà in cui, se guardiamo indietro, abbiamo razionalmente più di 2000 anni di assoluta, orribile spazzatura che ci ha portato a dove siamo ora, in questa società globale fratturata. Nessuno ha mai voluto questo, ma comunque ci stiamo sia letteralmente che culturalmente facendo a pezzi, come se fosse la nostra eredità storica collettiva. Non dovrebbe esserci alcun motivo per cui non possiamo vivere in paradiso, ma proprio quando abbiamo raggiunto il punto in cui possiamo stare insieme a livello globale, potremmo vedere la fine di tutto questo da un giorno all’altro. Siamo quindi vittime della storia.
2) Proprio come il primo, l’eccezionale “Dissent”, anche quest’album è stato prodotto da William Faith. Com’è nata questa collaborazione? E’ iniziata quando suonavate con i Faith and The Muse?
Steven J: Marzia l’ha conosciuto per prima, ma inizialmente abbiamo cominciato a lavorare con William come produttore in un progetto precedente. Da ciò nacque rispetto e una salda amicizia.
Marzia: Ho conosciuto William nel 2005 circa, quando la mia altra band, The Deadfly Ensemble, condivise il palco con i Faith and The Muse in Città del Messico. Andammo d’accordo, così rimanemmo in contatto una volta tornati a Los Angeles. Ho suonato un po’ il violoncello per i F&TM e per i lavori da solista di Monica Richards. Poi, quando andarono in tour per il loro album Ankoku Butoh, Io e Steven facemmo parte della loro formazione. Viaggiammo in America e Europa con loro. Prendemmo anche “in prestito” il loro batterista, Geoff Bruce, per i live dei CvW. Da qualche parte in questo periodo impegnativo, registrammo Dissent con William.
E! I F&TM scelsero i CvW come loro band di apertura in Europa. Alcune sere Steve, io e Geoff suonavamo fianco a fianco nei panni di CvW, e poi i F&TM. Siamo stati MOLTO fortunati ad andare in tour come nuova band grazie al loro supporto, e dobbiamo tanto a loro – così come alla nostra amica/agente MotherDance Patty. E’ stato un periodo folle (ma fantastico).
Ci sarebbe molto di più da dire, ma penso si sia capito. Abbiamo condiviso molte esperienze fantastiche con William sia come amici che come artisti, e gli vogliamo bene. Quando si tratta di musica, lui ne capisce a pieno, e conosce bene le canzoni tanto quanto noi. Credo sia stata la persona che ha supportato più di tutti i CvW sin dall’inizio, e lo considero un membro onorario.
Che sia un premio o una punizione per lui, non so!
3) Parlando di questioni sociali, la prima traccia “Welcome Home” da l’idea di una relazione tossica e di abuso domestico, cosa che non ti fa sentire al sicuro nemmeno nella tua casa e, al contrario, tutto diventa un incubo. Mi ricorda “Paper Dolls” da “Dissent”, una delle mie preferite che descrive perfettamente ciò che le donne devono subire. Riguarda questo?
eveghost: Direi che nessuna delle due è necessariamente legata ad un genere. Io sono non-binary, ma nonostante ciò sono stat* cresciut* con l’aspettativa che io dovessi adattarmi ai ruoli di genere femminili. Paper Dolls tratta più o meno dell’assurdità di queste regole e dei livelli che le persone raggiungono per sottostare ad esse – solo con un po’ di ironia.
Parlando di Welcome Home, è stata scritta dalla prospettiva di un personaggio, un uomo gay di una scena che avevo originariamente scritto per una delle mie storie. Penso sia importante sottolineare che non sono solo le donne che subiscono violenza domestica, anche se sicuramente la subiscono molto più spesso. Ma è un problema anche per le persone queer e anche per alcuni uomini in relazioni etero. Limitare il discorso alle donne ha portato ad una carenza di servizi per le persone che soffrono di violenza domestica.
Marzia: Per ciò che vale, sarò aperta dicendo che ho esperienza con relazioni tossiche (non si tratta di Steven, ok?!) e anche se è storia vecchia, è catartico sentirne parlare apertamente.
Per quanto riguarda “Paper Dolls”, Dio, non fatemi cominciare. Mi sono sentita dire tante volte che sono una donna “nel modo sbagliato”. Immagino perché sono androgina. Ma devo ammetterlo, non è intenzionale; semplicemente non me ne frega un cazzo. Non mi è mai importato di presentare la mia femminilità come gli altri vogliono che io faccia. C’è sempre stata questa mentalità basata sul “se non ti presenti e non ti comporti nel modo in cui mi piace vedere le donne, non lo stai facendo bene!” e non ha mai avuto senso per me. Ma tra le persone che conosco, non è un problema. Sono una donna, e nessuno può dirmi che sono me stessa nel modo sbagliato.
4) Parliamo di “Spooky Action (at a distance)”. Avete iniziato a suonarla live ben prima della sua uscita. E’ una delle prime canzoni create? A differenza del brano di cui abbiamo appena parlato, dall’altro lato, questo sembra descrivere un legame più vero, una connessione empatica. Potete dirci di più?
eveghost: Abbiamo iniziato a suonare la maggior parte delle canzoni dell’album dal vivo molto prima della sua effettiva uscita. Non era una delle prime, non riesco a ricordare quale fosse la prima perché abbiamo iniziato a lavorare su quest’album tanto tempo fa. E ancora una volta, questa è stata scritta dalla prospettiva di un altro personaggio immaginario creato da me per i miei lavori. Parla di essere lontani da un partner ma riuscire a percepire comunque la sua presenza ovunque per la forza della connessione in questione.
Steven J: Sono un grande fan dei lavori di eveghost, proprio come tutti! Ero assolutamente senza parole quando ho sentito il testo di Spooky Action per la prima volta. Un argomento incredibile eseguito in modo stupendo. E anche il basso di Marzia qui è incredibile. Ne rimango incantato ancora adesso!
Marzia: Ricordo di aver scritto la musica con Steven nel nostro garage anni fa. E’ venuta fuori in modo molto naturale. Non per tutte le canzoni è così; a volte vorremmo urlare perché arrangiare canzoni può essere davvero frustrante. Ma per questa è stato l’opposto.
5) Ancora una volta mostrate di essere interessati alle questioni sociali e nell’usare la vostra posizione per scagliarvi contro le ingiustizie, attraverso la bellissima voce di eveghost. Quando pensate a tutto ciò che c’è di sbagliato nel mondo, come mantenete la rabbia “viva” transformandola in della musica così potente, invece di buttarvi giù moralmente? Ad esempio, in “A Drop In The Ocean” sentiamo “Una goccia nell’oceano / è tutto ciò che serve / per isolarmi”. Penso che tutti noi possiamo rispecchiarci. Quando succede, cosa vi tira su a parte la musica, e come rimanete fedeli a voi stessi?
eveghost: E’ piuttosto facile lasciare che la situazione del mondo ti scoraggi, che è fondamentalmente ciò di cui parla A Drop In The Ocean. E’ sicuramente difficile per me mantenere viva la speranza che qualcosa possa cambiare, soprattutto quando si parla di inerzia sul cambiamento climatico, cosa a cui la canzone vuole alludere. Credo che io trasformi quella rabbia in musica e testi. Più invecchio, più divento pessimista al riguardo. La maggior parte del tempo ho davvero poca fiducia che l’umanità possa riprendersi e risolvere la questione climatica, e io sono soltanto una voce che ne canta in modo incazzato dopo aver fatto per anni tutto ciò che una minuscola persona può fare, senza successo.
Steven J: Tutti i membri dei CvW sono fortemente appassionati di questioni sociali e politiche. Non sono solo canzoni performative tanto per fare del rock ‘n’ roll. Queste canzoni ci escono fuori come sangue, e si da il caso che eveghost abbia il talento di trasmettere il messaggio in modo sincero. Non sono del tutto certo che riusciamo a mantenere alto il morale. Guardiamo costantemente giù nell’abisso, e sappiamo tutti dove ti porta…
Marzia: Penso che essere d’aiuto agli altri riesca a farmi tenere a bada i sentimenti di disperazione.
6) “Prism” è un’altra traccia che risalta molto, con i suoi riferimenti al “Grande Fratello” di Orwell. Descrive una società in cui anche se ti vogliono far credere che tu sia libero, sei sempre sotto controllo delle autorità. Proprio come succede in “Feel Free”, una canzone che ovviamente parla di essere vittime del capitalismo. Tornando a “Prism”, riflette molto la società di oggi, che sta tristemente tornando indietro e gli oppressivi partiti di destra stanno prendendo il sopravvento. Qual è la vostra idea e cosa pensate che potremmo fare affinché i diritti per cui abbiamo lottato tanto non muoiano?
eveghost: Non saprei, davvero. Non ho una risposta. Trovo deprimente quante persone riescano a non essere coinvolte nella politica o addirittura a non votare. E’ esasperante. Ma vedo anche le nuove generazioni che lottano duramente, che si appassionano alle cause, ed è stimolante. Ho un grande rispetto nei confronti dei giovani che si istruiscono e che riescono a provocare scalpore.
Steven J: Infatti. Come dice la citazione, “Cosa possono fare gli uomini contro un odio così sconsiderato?” Voltaire disse “Una persona dovrebbe coltivare il proprio giardino”, così bisogna coltivare la propria estetica nel proprio universo. Quindi, attraverso l’amore e la compassione, piantare il seme che si spera possa mettere le radici nei cuori di quelli che ti circondano, in modo che possano sentirsi ispirati ad essere la versione migliore di se stessi.
Io credo nel Karma, in un senso molto reale. Sento che siamo tutti nati con un debito karmico da ripagare, quasi come una carta di credito! Ogni azione altruista dev’essere bilanciata con la maledizione della consapevolezza che non siamo creature infallibili. Il desiderio di lasciare questa Terra un posto migliore di quando ci siamo entrati è una battaglia esistenziale quotidiana che non sempre vinciamo. Se abbastanza persone abbracciassero la loro natura migliore, scoprissero che come persone abbiamo molto più in comune di quello che i media, le religioni organizzate e le fazioni politiche vogliono farci credere per dividerci, e ragionassero in base ai loro istinti gutturali di base, forse potremmo avere una possibilità di dare una svolta a questo schifo!
7) Al contrario, “Caged Birds” e “Red Skies”, proprio come “A Drop In The Ocean” di cui abbiamo parlato prima, sembrano essere più introspettive. Come vi fa sentire scrivere qualcosa di così intimo rispetto alle tracce più “aggressive”?
eveghost: “Il personale è politico”, come dicono. Non ci vedo tanta differenza, ad essere onest*. Scrivo di quel genere di cose perché le persone che affrontano battaglie simili spesso hanno bisogno di sentire che altri sono passati attraverso il fango e ne sono usciti dall’altra parte.
Quindi quelle canzoni sono altrettanto importanti. Red Skies è una specie di appello a non scegliere il suicidio. Parlare di suicidio/come aiutare le persone che hanno problemi con la loro salute mentale è una grande parte di quello che faccio con i miei altri sforzi creativi attraverso la narrazione. I testi musicali per me hanno lo stesso scopo – aiutare le persone a sentirsi meno sole nelle loro lotte, condividendo le mie.
Steven J: Crescendo sta diventando più importante essere selettivi con la nostra aggressività. E’ importante, ma può essere velenosa per lo spirito. Credo ci sia un buon equilibrio nelle nostre canzoni emotivamente. Voglio sempre flagellare la Terra della sua corruzione, ma voglio anche camminare in mezzo alla natura e leggere un buon libro. Il nuovo album colma decisamente questo divario, sia per quanto riguarda il testo che per la musica. E in questo è stato accolto davvero molto bene da persone a cui non avremmo mai immaginato che potesse piacere. Sicuramente tendiamo molto ad ispirarci alle nostre influenze delle varie sottoculture, ma siamo riusciti a costruirci un sound unico e speciale che alimenta quell’interesse, per il semplice motivo che per ognuno di noi è importante dare un contributo unico e individuale alla band. Non sono del tutto sicuro che qualcun altro ci somigli, ma è comunque un suono familiare.
8) Alleggeriamo un po’ l’atmosfera con una domanda più semplice… quali sono le vostre band death rock preferite? Ma anche quelle che vi hanno fatto amare la musica e vi hanno fatto avvicinare a questo modo, a prescindere dal genere.
eveghost: In realtà io non ascolto molto death rock e non l’ho mai fatto, se non contiamo i Christian Death e gli Shadow Project. Ascolto synth pop, rock psichedelico, post punk, alternative country, indie folk, indie rock/pop e musica stramba. I miei gusti musicali sono a dir poco estremamente ampi. Potrei parlare della musica che mi fa sentire viv* e che mi ispira per ore. Ultimamente ascolto molto Kite, Devours, Noah Cyrus, Lord Huron e gli A-ha (che sono i miei preferiti da quando ero adolescente e di cui non mi stanco mai). Parlando delle band che hanno avuto una forte influenza quando stavo sviluppando il mio sound da giovane, si tratta dei Cure, Echo & The Bunnymen, Manic Street Preachers, Stranglers, Bangles, Crass, Erasure, Faith & The Muse, The Third and The Mortal, Cyndi Lauper e Lene Lovich.
Steven J: Una band chiamata Head Cut di Ventura, California, ha qualcosa di speciale al momento. Come ho accennato prima, le nostre influenze sono molto varie. Tutti i soliti che piacciono sicuramente a chiunque altro, ma io ho avuto la fortuna di interagire con alcuni musicisti di quelle band, e ho imparato da loro che c’è un certo calibro di quasi arroganza che devi portare in campo per far risaltare la tua musica. Noi, da band, non siamo mai contenti di riproporre qualcosa che è già stato fatto. Sfortunatamente però è diventata una pratica comune per molte band della sottocultura negli ultimi vent’anni circa.
Marzia: E’ divertente da dire, ma amo i Cinema Strange. I loro arrangiamenti, il loro modo di scrivere sono fantastici. E i testi di Luca sono bellissimi e surreali. A parte questo, ho sempre amato The Phantom Limbs (per lo stesso motivo) e le vecchie band punk che avevano quella strana, spaventosa atmosfera. Non spaventosa nel senso di pipistrelli e goblin. Fanculo tutte quelle cose. Amo la musica che crea un senso di tensione, di tragedia imminente, o semplicemente che ti dà una sensazione di disagio che non puoi spiegare a pieno.
9) Avete dei modelli da seguire, persone di cui ammirate gli ideali e che vi ispirano in quello che fate, ad esempio rappresentare le minoranze attraverso la vostra musica?
eveghost: Non so se riuscirei a nominarne una, onestamente. La mia inclinazione naturale è proprio essere sensibile a quel tipo di cose.
Steven J: Le persone che rappresentano un esempio per me sono semplicemente quelle che ho avuto la fortuna di avere lungo il tragitto della mia vita. Mio fratello maggiore, i miei amici più stretti. Mia moglie e i miei compagni di band. Le persone che abbiamo incontrato per strada durante gli anni. Chiunque riesca a sopportarmi. Hanno tutti un posto speciale nel mio cuore, e ciò che vedo in loro si riflette in quello che facciamo.
Marzia: Musicalmente? I bassisti punk con stili bizzarri sono i miei modelli. Michael Roche è grande per me. Ma oltre la musica? Stimo chiunque sia riuscito a rialzarsi quando la vita stava facendo di tutto per buttarlo giù. E anch’io ammiro molte persone che ho incontrato lungo la mia strada, come Monica Richards, e da giovane musicista quando cercavo di trovare il mio ritmo ho sempre apprezzato molto il mio amico Lucas Lanthier.
10) Cosa vi aspettate per il futuro dei Christ vs. Warhol?
eveghost: Siamo tutti finalmente in un periodo in cui possiamo dedicare più tempo al progetto, quindi mi sento fortunat* per il fatto che ci siamo uniti e ci siamo supportati l’uno con l’altra durante i periodi in cui non potevamo farlo perché la vita ce lo impediva. Anche se viviamo tutti abbastanza lontano l’uno dall’altra (a parte Steve e Marzia che vivono così vicini che è disgustoso), ci divertiamo a lavorare insieme abbastanza da far funzionare tutto ciò nonostante tutto.
Steven J: Più musica registrata. Abbiamo le premesse per un terzo disco che sta venendo fuori in modo molto più veloce di prima. C’è una nuova energia nella band, e personalmente sto scrivendo quella che potrebbe essere la mia musica migliore fino ad ora. Fino a quando non si conclude però è difficile da sapere, siccome i nostri momenti migliori sono sempre saltati fuori dal nulla.
Siamo davvero una band che è la somma delle sue parti.
11) Chi siete al di fuori di quest’immaginario? Cosa vi piace fare nel tempo libero?
eveghost: Ho da poco ottenuto il mio dottorato di ricerca dopo averci lavorato per anni. Ora sono una ricercatrice e mi occupo di salute mentale e questioni politiche.
Nel mio “tempo libero” creo progetti di narrazione multimediale interattiva che utilizzano la musica, il web design, l’arte, video, puzzle e account dei social media per raccontare storie con temi sulla salute mentale. Il progetto principale è un sito che appare come un tipico sito di un musicista, ma scavando a fondo racconta una storia complessa sulla depressione e il lutto. Lo potete trovare a questo link: www.axel-lunden.com.
A parte questo, amo fare ricerche sulla narrativa interattiva e sui giochi di realtà alternativa, guardare film deprimenti, leggere manga e giocare a videogiochi incredibilmente strani (anche se Baldur’s Gate III è un gran risucchiatempo per me recentemente).
Steven J: Non sono sicuro che qualcuno di noi sappia cosa sia il tempo libero. Anch’io ho il privilegio di lavorare in modo artistico e creativo nel mondo della televisione, e il privilegio sarebbe che questo è quello che mi aiuta a pagare le bollette e a portare cibo in tavola. Essere il genitore di due meravigliosi bambini con Marzia è sicuramente la cosa principale sulla quale ci concentriamo, ma come dicevo, questo non permette di avere “tempo libero” haha
Marzia: Come ha detto Steven siamo i genitori di due bambini pazzi e lavoriamo a tempo pieno, quindi il tempo libero non esiste davvero. Ma restare impegnati scaccia via i demoni! Per me almeno. Io lavoro a tempo pieno in un ospedale. Sono un’esperta radiologa/mammografica, quindi eseguo screening ai pazienti per il cancro al seno e faccio radiografie. Sono una mamma, una professionista sanitaria e una musicista. Sono al massimo delle mie capacità, ma non potrei essere più grata per tutto questo.
12) E… domanda dell’anno: vi considerate goth?! Cosa ne pensate della scena goth attuale?
eveghost: Crescendo lo ero sicuramente. Adesso mi considero un “elder goth” in un certo senso. Gestivo anche un goth club a Oslo, in Norvegia, dove vivo ora. Ma credo che la mia affiliazione primaria in termini di identità sia semplicemente “queer”, cosa che racchiude meglio tutti i strani aspetti di ciò che sono – e “goth” può sicuramente rientrare in quell’ambito secondo me.
Steven J: Di sicuro lo ero da ragazzino. Ed ero anche un punk. Mi circondavo di persone che lo erano a loro volta. Alcune erano brave persone, altre per niente. La sottocultura è sicuramente dove di solito “ci riposiamo” quando si tratta di proteggerci dal mondo, ma di certo non ci limita. Direi lo stesso per molte band con le quali suoniamo. Molte ci sono dentro e altre no, ma quando suoniamo, potete star sicuri che i Goth ci sono! Senza dubbio cadiamo sotto quello spettro, ma è sempre bello quando a qualcuno che è completamente fuori dalla scena piace la nostra musica. E’ un onore poter far parte del panorama musicale in un modo in cui possiamo piacere a diversi tipi di persone. In ogni caso, sono abbastanza sicuro che il grande numero di pedali delay e chrous che uso garantiranno che l’etichetta “Goth” farà sempre parte di quello che facciamo.
Marzia: Io sono sempre stata più vicina al punk, ma poi mi sono stancata della sovrastante violenza durante i concerti. Almeno a Los Angeles. Ogni volta che partecipiamo alle serate goth, mi viene da sorridere. Adoro tutti i giovani a cui piace questa piccola nicchia che abbiamo costruito nel corso dei decenni. Sarà sempre un posto sacro e speciale. Quindi sì, siamo un po’ goth…
Grazie per il tempo che ci avete dedicato. Speriamo tanto di rivedervi in Italia un giorno!
Grazie a te per le domande ponderate e per il supporto, non vediamo l’ora di tornare in Italia!
ENGLISH VERSION
On the occasion of their new album “We, The Victims of History”, we had the pleasure of interviewing Christ vs Warhol, the death/goth rock and punk band born in 2009 in Los Angeles from the union of former members of Scarlet’s Remains and The Deadfly Ensemble.
Here’s what they told us.
1) First of all: hi guys and thank you for accepting to do this interview. On September 15th you released your brand new album, “We, The Victims of History”. How long have you been working on it? Its name makes me think about how it feels being an outcast… but what’s the real inspiration behind it?
Steven J: The title would be the opposite of being an outcast, with the emphasis on “we” as a collective human experience of reaching a point in civilization where we can rationally look back at 2000+ years of absolute horrific garbage, and how it’s lead us to where we are now as this fractured global society. No one asked for this, and yet here we are still literally and culturally tearing each other apart, like it is our collective historical inheritance. There should be no reason that we can’t be living in paradise, yet just as we have reached the point where we can stand together globally, we very much may see the end of it all any day now. Hence, we are the victims of history.
2) Like the first one, the outstanding “Dissent”, this album was produced by William Faith. How was this collaboration born? Did it start when you were playing with Faith and The Muse?
Steven J: Marzia knew him first, but we had initially started working with William in a previous project as a Producer. From that, a firm friendship and respect grew.
Marzia: I met William around 2005 when my other band (the Deadfly Ensemble) shared a bill with Faith & The Muse in Mexico City. We all hit it off, so we kept in touch back in Los Angeles. I did some cello for F&TM and Monica Richards’ solo work. Then, when they toured their album Ankoku Butoh, Steven and I were part of their live lineup. We traveled across the US and EU with them. We also borrowed their drummer, Geoff Bruce, for CvW live shows. Somewhere during this busy time, we recorded & mixed Dissent with William. And! F&TM took on CvW as their opening band in Europe. Some nights Steve, myself and Geoff played back to back as CvW, then F&T M. We were SO lucky to tour as a new band thanks to their support, and truly we owe them a lot – along with our friend/booking agent, MotherDance Patty. It was a crazy (but amazing) time.
There’s much more, but you get the idea. We’ve had a lot of great experiences with Wiliam over the years as friends and as collaborators, and we love him. When it comes to music, he “gets it” and knows the songs as well as we do. I feel he’s been the #1 most supportive person of CvW from the beginning, and I consider him an honorary member. Whether that is a reward or punishment to him, I don’t know!
3) Speaking of social matters, the first track “Welcome Home” gives an idea of a toxic relationship and domestic abuse, which doesn’t make you feel at home not even in your own house and, on the contrary, everything becomes a nightmare. It reminds me of “Paper Dolls” from “Dissent”, a personal favorite that illustrates perfectly what women are subjected to.
Is this what it’s about?
eveghost: I would say that neither song is necessarily tied to a gender. I’m nonbinary, yet I was raised expected to conform to femme gender norms. Paper Dolls is more or less about the ridiculousness of these norms and how far some people will go to conform to them—just with a bit of tongue in cheek.
When it comes to Welcome Home, it actually was written from the perspective of a gay (male) character in a scene that I originally wrote for one of my works of fiction. I think it’s important to stress that it’s not only women who experience domestic violence, although they may very well experience it more often. But it’s also a problem for queer people and also some men in heterosexual relationships. Limiting the discourse about it to just women has led to a dearth of services to help others who face violence at home.
Marzia: For what it’s worth, I will be open and say I have personal experience with toxic partnerships (not Steven, ok?!), and though it’s ancient history, it’s cathartic to hear the reality of it slammed front and center. As for Paper Dolls, jeez, don’t get me started. I was told so many times that I was “being a woman wrong”. I guess it’s because I’m androgynous. But I have to admit, it’s not intentional; I just don’t give a sh*t. I’ve never cared about presenting my femininity the way someone else wants me to. There was this mentality that, “If you don’t look and act the way I like to see women, then you’re doing it wrong!” and that made no sense to me. But amongst the people I know, all of this is a non-issue. I’m a woman, and nobody can tell me I’m being myself the wrong way.
4) Let’s talk about “Spooky Action (at a distance)”. You’ve already been playing it live long before its release. Is it one of the first songs of the album that were created? Unlike the track we just mentioned, on the other hand, this one seems more about real bond, an empathetic connection. Can you tell us more?
eveghost: We were playing most of the songs from the album live long before its actual release. It definitely wasn’t one of the first, I can’t really recall which song was first since we worked on this album so long ago. And again, this one was written from the perspective of still another fictional character from my other works, about being far away from a partner but still feeling their presence everywhere because of the strength of that connection.
Steven J: I’m as big a fan of eveghost’s work as anyone! I was absolutely floored when I initially heard the lyrics to Spooky Action. Just an incredible subject matter performed beautifully. And Marzia’s bass work is incredible. I’m still in awe of it to this day!
Marzia: I remember writing the music with Steven in our garage years ago. It literally spilled out. Not all songs are like that; sometimes we want to scream because arranging songs can be so frustrating. But this one was the opposite.
5) Once again you’re showing us you’re interested in social issues and in using your position for speaking up against injustices, through the beautiful voice of eveghost. When seeing all that’s wrong in the world, how do you keep the rage “alive” transforming it in such powerful music, rather than putting yourselves down? For example, in a “A Drop In The Ocean” we hear “A drop in the ocean / Is all that it takes / To leave me seeking isolation.” I think we can all relate to that. When that happens, what keeps your spirits up besides music, and how do you remain true to yourselves?
eveghost: It’s pretty easy to let the state of the world drag you down, which is essentially what Drop in the Ocean is about. It’s certainly difficult for me to keep hope alive about anything ever changing these days, especially when it comes to inaction on climate change, which the song also alludes to. I guess I transform that rage into music and lyrics. The older I get, the more pessimistic I am about it. Most of the time I have very little faith in humans getting their shit together and solving the climate issue, and I’m just one voice singing angrily about it after doing all one miniscule person feasibly can for years to no avail.
Steven J: All members of CvW are fiercely passionate about social and political matters. These are not performative songs for the sake of rock and roll. We bleed these songs and it just so happens that eveghost has the talent to truly get a strong message across sincerely. I’m not entirely sure we do successfully keep our spirits up. We are constantly looking into the abyss, and we all know where that leads you…
Marzia: I think being of service to others helps me keep these feelings of despair at bay.
6) “Prism” is another track that really stands out, with its reference to Orwell’s Big Brother. It depicts a society where even if they wanna make you believe you are free, you are always under authorities’ control. Just like “Feel Free” does, a song that’s obviously about being a victim of capitalism. Back to Prism, it really reflects today’s society, which is sadly going backwards and the oppressive right-wing parties are taking over. What’s your idea and what do you think we can do so our rights we fought hard for won’t die?
eveghost: I don’t know, man. I don’t have an answer for that. I find it depressing how many people can’t be assed to get involved with politics or even vote for that matter. It’s infuriating. But I also see the next generation fighting hard and getting passionate about causes and that’s refreshing. I have huge respect for young people who are out there educating themselves and causing an uproar.
Steven J: Indeed. As the quote goes, “What can men do against such reckless hate?” Voltaire said “One must cultivate one’s own garden” that is, you must cultivate your own aesthetic in your own universe. Then through love and compassion plant the seed that hopefully may take root in the hearts of those around you so they can be inspired to be the best of themselves. I am a believer in Karma, in a very real sense. I feel like we are all born with a Karmic debt to repay, almost like a credit card! For every selfless act it has to be balanced with the curse of knowing
that we are not infallible creatures. The pursuit of leaving this earth a better place than when we entered it is a day to day existential battle that we don’t always win. If enough people embrace their better natures and discover that we as people have a lot more in common than the caustic media, organized religions and political factions want us to believe to keep us divided and functioning purely on our base guttural instincts then we may just have a chance of turning this shitshow around!
7) Meanwhile, “Caged Birds” and “Red Skies”, as well as “A Drop In The Ocean” we mentioned earlier, have a more introspective feeling. How does writing something so intimate make you feel compared to the most “aggressive” tracks?
eveghost: The personal is political, as they say. I don’t really see that big of a difference to be honest. I write that kind of thing because people who are going through similar struggles often need to hear that others have been through the mire and come out the other side. So those songs are also of importance. Red Skies is kind of an appeal to not choose suicide. Talking about suicide/how to help people who are struggling with their mental health is a huge part of what I do with my other artistic endeavors through the mode of storytelling. I see the lyrics as having that same aim – helping people feel less alone in their struggles by sharing my own.
Steven J: As we are getting older it’s becoming more important to be selective with our aggression. It’s important, but can be all encompassing and poisonous to the spirit. I feel there is a good balance between our songs emotionally. I still want to scourge the earth of its corruption, but I also want to walk in nature and read a good book. The new album definitely bridges that gap, lyrically and musically. And in that it’s been very well received by people that we never imagined it might appeal to. We definitely have a heavy leaning towards our influences from various subcultures, but we have managed to carve out a special and unique sound that broadens that appeal, simply by each one of us being so passionate about our individual unique contribution to the band. I’m not entirely sure anyone else sounds like us, but yet it’s still very familiar sounding.
8) Let’s finally lighten up the mood with an easier question… what are your favourite death rock bands? But also the ones that made you love music and brought you closer to this world, regardless of the genre.
eveghost: I don’t listen to much death rock to be honest and I never really have apart from Christian Death and Shadow Project. I listen to synth pop, psych rock, post punk, alt country, indie folk, weirdo music and indie rock/pop. My musical tastes are extremely broad to say the least. I could list the music that makes me feel alive and that inspires me for hours. Recently, I listen to a lot of Kite, Devours, Noah Cyrus, Lord Huron and a-ha (which has been a favorite since childhood and I never tire of). When it comes to the bands that had a huge impact on developing my sound when I was younger it would have to be The Cure, Echo & the Bunnymen, Manic Street Preachers, The Stranglers, The Bangles, Crass, Erasure, Faith & the Muse, The Third and the Mortal, Cyndi Lauper and Lene Lovich.
Steven J: A band called Head Cut, from Ventura, California have something quite special going on at the moment. As I mentioned above, our influences are incredibly varied. All the usual suspects that anyone else likes for sure, but I personally had the luck of actually interacting with quite a few musicians from those bands, and I learned from them that there is a certain caliber of almost arrogance that you have to bring to the table to make your music stand out. We as a band are never content to rehash something that has been done before. Unfortunately that is something that has become common practice for a lot of subculture bands in the last 20 or so years.
Marzia: It’s funny to say, but I love Cinema Strange. Their writing and arrangements are amazing. And Lucas’ lyrics are surreal and beautiful. Other than that, I always loved The Phantom Limbs (for the same reason) and old punk bands that had the weird, spooky vibe. Not spooky like bats and goblins. Fuck all that. I love music that creates a sense of tension, or impending doom, or just an uncomfortable feeling you can’t put your finger on.
9) Who are your “role models”, people whose ideals you admire and inspire you in doing what you do, like representing minorities through your music?
eveghost: I don’t know that I could name one, to be honest. My natural inclination is to be sensitive about those kinds of things.
Steven J: My role models are simply the people I have been blessed to have in my life along the way. My older Brother, my close friends. My wife and bandmates. The people we have met on the road over the years. Anyone that can tolerate me. They all have a special place in my heart, and what I see in them is reflected in what we do.
Marzia: Musically? Punk bassists with whacky styles are my role models. Michael Roche is huge for me. But beyond music? I look up to anyone who dedicates themselves to the advancement of us all. Musicians, artists, activists etc – anyone who is representing/looking after the average person. More personally, I look up to anyone who has pulled themselves up when life was doing everything to push them down. I also look up to a lot of the people I have met along the way, like Monica Richards, and as a young musician trying to find my groove I always looked up to my friend Lucas Lanthier.
10) What do you expect for the future of Christ vs. Warhol?
eveghost: We’re all finally in a place where we can devote more time to the project, so I feel fortunate that we’ve stuck together and supported each other through the times when we couldn’t do so because life got in the way. Although we all live quite far from each other (excepting Steve and Marzia who live way too close to each other, it’s so gross), we enjoy working with each other enough to make it work regardless.
Steven J: More recorded music. We have the makings of a 3rd record coming together at a much greater pace than before. There is a new energy in the band, and I personally am writing what I feel like may be my best music yet. Until it all comes together however it is hard to know, as our finest moments have always been organically sprouted out of nowhere. We truly are a band that is the sum of its parts.
11) Who are you outside this imagery? What do you like to do in your free time?
eveghost: I just obtained my PhD after working toward that for many years and I’m now a researcher working on mental health and policy issues. In my “free time” I create interactive multimedia storytelling projects that use music, web design, art, video, social media accounts and puzzles to tell stories with mental health themes. The main project is a website that looks like an ordinary musician’s website but when you dig deeper, tells a complex story about depression and loss. You’ll find that at www.axel-lunden.com. Other than that, I like digging into interactive fiction and ARGs, watching depressing films, reading manga, and playing incredibly weird video games (although Baldur’s Gate III is a massive time suck for me most recently).
Steven J: I’m not sure if any of us know what free time is. I personally also have the privilege of working in an artistic/creative manner in the realm of television, the privilege being that it is what helps pay the bills and puts food on the table. Being a parent of two wonderful children with Marzia is certainly our main focus, but like I said, that doesn’t exactly lend itself to having “free time” haha
Marzia: As Steven said we are parents to 2 crazy sons and have full time jobs, so free time is not really a thing. But staying busy keeps the demons away! For me at least. I work full time at a hospital. I‘m a Radiologic/Mammography Technologist, so I screen patients for breast cancer and take x-rays. I’m a mother, medical professional and musician. I’m at full capacity, but I couldn’t be more grateful for all of it.
12) And… question of the year: do you consider yourselves goth?! What do you think of the modern goth scene?
eveghost: Growing up I most certainly was. I do consider myself an elder goth to some degree, I even used to run a goth club in Oslo, Norway, which is where I live now. But I think my primary affiliation in terms of identity is just ‘queer’ which better encompasses all of the weird aspects of who I am – and goth can certainly fit under that umbrella in my opinion.
Steven J: – I certainly did as a kid. And a punk, and I surrounded myself with people who did as well, some good people, some definitely not good. That subculture definitely is where we generally lay our heads to rest when it comes to how we project ourselves to the world, but it certainly doesn’t limit us. I would say the same for many bands that we play with. Some lean into it, and others lean away, but when we play, you can be assured that there will be Goths there! We are on that spectrum for sure, but it’s always nice when someone completely outside of that realm enjoys our music. It’s an honor to be able to traverse the musical landscape that we appeal to all sorts of people. I’m pretty sure, however, that the sheer number of Chorus and delay guitar pedals I use will forever guarantee that the Goth tag will be part of what we do!
Marzia: I definitely have always leaned toward the punk side of things, but I got sick of the impending violence at the shows. In LA, anyway. Whenever we are out in the goth scene, it brings a big smile to my face. I love all the youngsters out enjoying this little niche we have all carved over the decades. It will always be a special, sacred space. So yeah, we’re a little goth…
Thank you for your time. Really hope to see you in Italy someday!
Thank you for your thoughtful questions and support, we can’t wait to visit Italy again!
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