
Again Records/Fonoarte, rilascia il secondo album retrospettivo per la band capitolina Gronge, assemble dalla storia travagliata, sorto agli albori del post punk in Italia, ma che fin da principio risultò difficilmente catalogabile per via delle performance non canoniche e per una spiccata indole indipendente e fuori da ogni schema in grado di costituire paradossalmente sia il suo punto di forza che il suo tallone di Achille. Se tra le fila della band si possono vantare collaborazioni e contaminazioni di tutto rispetto quali Paolo Taballione dei “Carillon del Dolore” o i “Move” di Marcello Blasi, che indubbiamente hanno contribuito ad espandere la vena creativa della band romana, è vero anche che un interessante episodio discografico rilasciato nel 2013 sotto il nome di “Cremone Gigante X Soli Adulti” ha una gestazione iniziata addirittura dagli anni 80.
In questo doppio album, come si evince dal titolo “Gli anni ’90” vengono recuperati gli album “A Claudio Villa (Original Sound), “Technopunkcabaret” e l’EP “Volta Gronge”, con l’aggiunta di diversi inediti, rarità e brani live.
La cifra stilistica dei brani proposti è difficilmente catalogabile, spaziando infatti dalla new wave verso un’attitudine marcatamente punk e condendo il tutto con numerosi campionamenti e rumori “industrial” che riescono perfettamente a far uscire le tracce dal supporto fisico sul quale sono impresse, rendendo all’ascoltatore la dinamicità dell’esecuzione dei brani, come se si stesse assistendo alla performance stessa. Questo sicuramente costituisce un valore aggiunto di non poco conto che dimostra quanto i Gronge fossero avanti per gli anni nei quali si muovevano e allo stesso tempo dimostra quanto sia calzante la definizione di “Technopunkcabaret ” che lo stesso gruppo utilizzò per descrivere il proprio sound.
Episodi quali “A Claudio Villa (Original Sound), con la sua batteria serrata, i rumori di sottofondo, i campionamenti della voce di Villa, il canto gregoriano posto alla fine assieme all’arrivo degli applausi, sono una vera e propria scheggia impazzita a dimostrazione di quanto i Gronge fossero energicamente creativi e dinamici.
Ma il caleidoscopio dei brani proposti è ricco di tantissime sfumature che crescono con il numero degli ascolti. Ad esempio, il cantato al limite del recitato di Tiziana Lo Conte in episodi come “Vita di Un Frullatore” conferisce al brano la dinamicità necessaria a supportare il testo delirante.
Trovano spazio anche canzoni di critica sociale, che ad un primo approccio potrebbero non risultare tali, come nel caso di “Io Mi Chiamo Giovanni Trapattoni”, dalla forte attitudine punk, e tracce marcatamente sperimentali come “Il Pugile Sentimentale” dove il suono aggressivo è degnamente arricchito dall’impiego del sax.
In definitiva questa raccolta è utile non solo per permettere ai fan di vecchia data di recuperare molto materiale ormai introvabile, ma ha tutte le carte in regola per poter far conoscere questo interessantissimo progetto anche negli anni ’00.