Eccoci finalmente al dodicesimo album in studio dei Depeche Mode “Sound of the Universe” , anche Darkitalia.it si è presa la briga e l’onore di recensire questo disco che sicuramente è uno dei meglio riusciti fra i tanti dischi “reunion” di questo periodo..
La forza e la grandezza dei Depeche Mode sta nell’essere sempre uguali a sé stessi e sempre diversi, sempre riconoscibili senza mai ripetersi, sempre un passo distanti a quello che avevano fatto in precedenza senza mai creare rivoluzioni che possano disorientare il pubblico. E “Sound of the Universe” in questo senso non fa eccezione.
I Depeche Mode di oggi sono molto più attenti ai dettagli sonori che non all’impatto ritmico delle loro canzoni, difatti la ritmica di questo disco è molto leggera, e a differenza da come ci avevano abituati fin ora, non vi sono pezzi a distinguersi come nei vecchi dischi, dove spesso trovavamo due o tre singoli mozzafiato intermezzati da riempitivi.
L’unico pezzo ad eccellere in quanto a cadenza, e ad essere più orecchiabile è “Wrong” (divenuto difatti il singolo).
Questa volta Dave Gahan ha voluto mettere la sua firma e sono tre le canzoni firmate da lui invece che dal solito Martin Gore. Hole the Feed, ad esempio, è composta proprio da Gahan in combutta col suo fido Christian Eigner, batterista ufficiale dei Depeche nonché coautore del recente album solista di Dave. Troviamo difatti delle sonorità blues molto minimal e acide, tipiche di “Hourglass” in questi pezzi.
Il sound di quest’album, forse mai come questa volta così curato, è ricchissimo di dettagli che si possono scoprire solo dopo attenti e ripetuti ascolti, tra pezzi atmosferici fino all’incredibile e pezzi che riecheggiano un industrial pop particolarissimo..
Insomma con questo disco i nostri beniamini sono ben consapevoli, nonostante i 12 lavori precedenti di aver lasciato il segno un’altra volta..
Buon ascolto..