Definire il sound di Lydia Lunch -la cui carriera prosegue tutt’ora!- è difficile: qualcuno l’ha definito Noir Jazz, qualcun’altro Punk(con i Teenage Jesus e the Jerks) qualcun’altro ancora No Wave.
Al di là delle definizioni, dobbiamo riconoscere che Lydia Lunch è un’artista unica e particolare, e il suo sound è personale e mai “scopiazzato”da qualcun’altro. Anche la sua voce tipica la rende riconoscibile al primo ascolto. Personalmente adoro la Lydia degli inizi, sexy, volgare, e “scazzata”, perchè la sua voce, piùche cantare, recita, in modo assolutamente “scazzato” tutto il suo disagio e tedio esistenziale. “Tied an twist” e “Spooky” ne sono una prova.A un sound che si rifà alla mitica “Fever” di Peggy Lee- la leggendaria diva Jazz- la nostra darkqueen aggiunge stridori e note fuori tempo (“los banditos”) o furori iconoclasti (come in “Atomic bongos”).
“Lady Scarface” è la track che piùsi addice alla nostra Lydia.La sua voce recitante qui raggiunge l’apice, interpretando alla perfezione la parte della bad girl “A cruise to the moon” è puro swing mentre l’ultima track “Knives in the drain” è un’altra perfetta hit “Dark Jazz”.Quasi ci si immagina di vedere Lydia mettersi un rossetto fatale mentre la realtà intorno a lei va a pezzi…la nostra Lydia comunque ha subito un’infanzia tutt’altro che rosea… Voto: 8 (ok non è un cd da tradizione dark, ma è un bell’esempio di eclettismo musicale)
Lydia Lunch – Queen of siam