“Mond” (“Luna” in tedesco) è l’ultimo album della band francese Soror Dolorosa, uscito il 4 ottobre 2024. Proprio come il loro nome, ideato dal bassista Hervé Carles in seguito alla lettura del romanzo di Georges Rodenbach, “Bruges la morta”, anche alcuni brani dei nove contenuti in questo loro quarto disco sono d’ispirazione letteraria.
La cultura presente nei testi si mischia con il loro sound coldwave e gothic rock, creando un affascinante connubio a cui è difficile resistere.
Quest’ultimo fa venir voglia di un buon libro e allo stesso tempo di ballare tutta la notte, diversamente dal precedente lavoro, “Apollo”, più lento e perfetto per un lungo viaggio;
tant’è che il cantante, Andy Julia, ha dichiarato che il suo intento era di rappresentare, attraverso i brani, le sensazioni provate durante i tanti viaggi effettuati per la sua professione di fotografo.
Il sound in questione, infatti, riesce a trasportarci in un goth club anni ’80, ma si addice anche alle dark disco attuali. “Il passato e il futuro musicale si intrecciano per creare un nuovo entusiasmante capitolo nell’evoluzione della band.” così scrivono su Bandcamp, e non hanno tutti i torti:
nonostante quel rifarsi a pilastri come Fields of The Nephilim, Sisters of Mercy, Depeche Mode, Joy Division, Human League e Ultravox – menzionati da loro stessi – riescono a mantenere un’identità che ripropone il genere in una chiave tutta sua.
Chiave che “apre i cuori” di tanti: sia di coloro che hanno assaporato l’esperienza originale, sia di chi un assaggio non l’ha mai avuto ma sente di appartenere a questo mondo, provando un tipo di nostalgia per ciò che non ha mai vissuto.
Si parte con “Tear It Up”, una di quelle che ti trascinano subito in pista. Dal primo ascolto il pensiero è che sarà una delle nuove hit delle serate dark. Guarda caso è stata già inserita durante l’aftershow dei Belgrado, una delle fantastiche Subculture nights – che tengono in vita la scena del sud Italia – di Agostino dei Geometric Vision (di cui aspettiamo nuova musica…).
Tornando al brano, oltre ad essere piuttosto ballabile, è anche una bella botta di adrenalina; quell’energia di cui abbiamo bisogno per affrontare una lunga giornata.
(“Waking up / don’t give a fuck” “Svegliarsi / e non fregarsene un cazzo!”). In italiano il titolo significa “avere successo”, che non è tanto il raggiungimento di un obiettivo, ma quanto riusciamo a districarci bene in mezzo agli ostacoli, come suggerisce il testo:
“What matters most is how well you walk through the fire”
“Quello che conta di più è quanto riesci a camminare bene attraverso il fuoco”.
La seconda traccia, “You’re Giving Me”, è altrettanto energetica, ma anche carica di un’atmosfera sognante, per richiami ad elementi celestiali e astronomici; temi che possiamo ritrovare spesso e che sono stati di forte ispirazione per la lavorazione di tutto l’album.
“Your skin sparkles and evaporates / in the firmament of the days that are born and then colored Giving me, giving me back to the life that was taken from me”
“La tua pelle brilla ed evapora / nel firmamento dei giorni che nascono e poi si colorano Restituendomi, restituendomi la vita”
Si contrappongono il terreno e il carnale all’universo e alle sue stelle, il fugace e all’infinito.
Come se la passione che quella carne scatena sul protagonista, avesse lo stesso potere.
Proprio come nella successiva “Red Love”, in cui i riferimenti sono i medesimi, ma c’è una passione ancora più forte: si parla del sistema solare, della luna… ma anche di sesso. E non solo, molto più di questo. Si tratta di un amore tanto atteso: “I was dreaming of this watching the rain pouring down / In the solitude of the ceiling, across the coldness of the floor / I spent my time waiting”
“Stavo sognando questo guardando la pioggia che cadeva a dirotto / Nella solitudine del soffitto, attraverso il freddo del pavimento / Ho passato il tempo ad aspettare”
La traccia numero 4, “Souls Collide”, è dedicata alla memoria del pittore Elliot Dubail.
Le prossime due, invece, “Sugar Moon” e “Broken Love”, sono sicuramente tra le più interessanti, sia musicalmente, per i giri di basso di una profondità tipicamente del genere, che per i loro testi. Sono proprio questi i brani che si rifanno alla letteratura. La prima prende ispirazione dall’oscuro poeta Edgar Allan Poe; nell’intro, un verso del suo saggio “La filosofia della composizione”:
« Beauty of whatever kind, in its supreme development,invariably excites the sensitive soul to tears »
« La bellezza di qualsiasi genere, nel suo supremo sviluppo, invariabilmente emoziona fino alle lacrime l’animo sensibile »
Julia è sempre alla ricerca della bellezza per i suoi scatti. Qui ovviamente si tratta anche di una tipologia di bellezza invisibile agli occhi. E’ qualcosa che trascende da tutto, qualcosa di cosmico, ma che si può ritrovare anche nelle piccole cose, nei momenti, nelle sensazioni.
La seconda, è letteralmente la poesia “Broken Love” di William Blake. Questa descrive la complessità di una relazione interrotta esplorando la sofferenza interiore, il rimorso e il desiderio vissuti da ambo parti. Il protagonista è tormentato da uno “Spettro”, simbolo della sua coscienza, che rispecchia senza ombra di dubbio le atmosfere tenebrose della musica dei Soror Dolorosa:
“My Spectre around me night and day / Like a wild beast guards my way”
“Il mio Spettro mi circonda giorno e notte / come una bestia selvaggia custodisce la mia strada”
Il solito ritmo goth rock prevale, ma verso la fine il brano subisce un radicale, inaspettato cambiamento che stupisce molto, grazie a delle note classiche di un pianoforte.
Arriviamo a “Obsidian Museum”, altro brano di una certa potenza musicale e non solo.
Ancora una volta troviamo l’amore posto al centro di tutto:
“Love heals the greatest evils of humanity / The answer in all its forms
This is the key / Ashes of sacrifice / Space train to the moon / in a warm flesh palace”
“L’amore guarisce i mali più grandi dell’umanità / La risposta in tutte le sue forme
Questa è la chiave / Ceneri del sacrificio / Treno spaziale verso la luna / in un caldo palazzo di carne”
Inoltre, sembra esserci un riferimento a “Only Lovers Left Alive” (Solo gli amanti sopravvivono) di Jim Jarmusch, famosa pellicola gothic del 2013 che narra la vita di due vampiri. Non a caso se la canzone si dovesse descrivere con dei film, probabilmente Only Lovers sarebbe uno di quelli.
Le ultime, “Hurlevent” e “But Today”, tematicamente, continuano sulla stessa scia di “Broken Love”, contrapponedosi alla visione illustrata in “Red Love” e “Obsidian Museum”.
“We’ll not be able to repair / The harm we did to each other”
“Non saremo in grado di riparare / Il male che ci siamo fatti a vicenda” (da “Hurlevent”)
“But today our agreements are passing away”
“Oggi i nostri accordi stanno venendo meno” (da “But Today”).
Concludendo, “Mond” segna un ritorno molto apprezzato per la band parigina. Un disco che fa divertire ma allo stesso tempo che sa essere molto profondo, riflessivo e passionale, adatto quindi a diversi momenti: serate goth, pomeriggi autunnali davanti ad una lettura e notti bollenti.