Brilla di luce nera questo ” In Love we trust ” . Brilla nonostante i lunghissimi venticinque anni di attività della band olandese che sembra non aver smarrito l’eclettica vena artistica che da sempre li caratterizza.
I loro sogni e le loro emozioni sonore , nate agli albori di uno sbiaditissimo anno solare 1983 , tornano a nuova vita lasciando da parte l’implume apatia espressa nel precedente ” Breaking Point ” , rigettandosi con prepotenza ad atmosfere più consone alla loro tetra anima. Suoni languidi e glaciali , distorsioni vocali ed atmosfere tecnologiche/furistiche sono solamente alcuni piccoli frammenti del connubio alchemico espresso in questo In Love we Trust ,dove la rigida disperazione di suoni minimalisti si incastra a suoni più profondi e più intimisti. Un ritorno al passato , oserei dire , e più precisamente a quelle atmosfere di stampo malinconico/dansereccio espresse , come del resto , nel tanto acclamato Creatures.
Musicalmente parlando, questo nuovo platter mantiene tutta la potenza espressiva presente nei primi lavori della band olandese, condita da strati di electro/noise e da connotati elettronici minimalisti estremamente e costantemente cementati sull’aspetto musicale. I Clan of xymox , difatti , sono stati sempre incentrati alla ricerca in musica piuttosto che incentrati a far ballare le anime gotiche nei piu disparati dancefloor .”Music” e “dance” , come spesso accade , riescono a convivere egregiamente nella musica degli Xymox tramutandosi in due tasselli imprescindibili per il loro estro musicale.
L’ultima fatica , dunque , sancisce un ritorno alle origini e sembra preludere un definitivo orientamento verso quelle sonorità proiettate verso continue variazioni , frammenti sintetici ed a manipolazioni elettroniche. Il primo assaggio del singolo “Emily” , che ha anticipato l’uscita del disco , è apparso come un messaggio autodiretto incentrato a sottolineare come il gruppo abbia riafferrato le elettroniche redini musicali in un conteplativo abbandono dell’apatia e della mancanza di idee espresse negli ultimi dischi. L’atmosfera claustrofobica e radioattiva , campionamenti e synth di pregevole fattura sono le costanti alle quali si muovono tutte le tracce presenti nel cd. Screziature notturne , loop elettronici e refrain minimalisti accompagnano l’intera durata del platter tramutandolo in un mondo digitale compiutamente armonico e quasi mai stancante.
In love we trust si apre con la prima traccia “Emily”. L’aspetto malinconico presente nelle segrete stanze della traccia si interseca ad un ambient sognante che rievoca ,direttamente dai tumuli del passato, la più nota “Jasmine and the rose” là dove il cantato dal sapore etereo di Ronny Moorings si costituisce come l’elemento portante del brano, in un continuo susseguirsi di ipnotiche vibrazioni deviate da sounds molto densi e pulsanti. ” Hail Mary ” , seconda traccia del disco , appare totalmente “affogata ” in un lago di sound elettronici. L’atmosfera si tramuta cinica e claustrofibica ed è abbracciata e “tratta in salvo” dalle oniriche basi elettroniche sempre molto semplici e spesso introdotte da apprezzabili impalcature melodiche.
“Desdemona” ,con fortissimi rimandi al synth pop, si pone molto vicina ai tratti canonici e stilistici espressi dai Depeche Mode ,mantenendo comunque costante ed intatta la propria identità sonora. “Judas” riprende per i capelli i ritocchi dell’incipt virandoli e riconducendoli ai timbri metallici. La traccia ,da cui prende il nome il cd , ” In Love We Trust ” .come espresso dallo stesso Ronnie nella nostra intervista , appare molto cinica e si muove sotto contesti di disagio come il tradimento amoroso e quelli più trasgressivi come la lussuria. Il carattere intimistico , di cui parlavo poco fa , prende il sopravvento attraverso sonorità liturgiche che spaziano tra ombra e luce. Malinconia e sofferenza si tendono la mano attraverso ritmi elettronici ben strutturati e sinuose sonorità ambientali che fanno da sfondo a pattern convulsi .
Cambiano i temi con la sognante ” Morning Glow ” e cambiano ,con esse, anche le sonorità che tornano ad essere più morbide e meno acide seppur mantenendo costante l’amosfera raccolta e notturna che pervade nell’interezza del cd. La traccia ,composta da impalcature e frammenti elettronici, si sovrappone a morbide intensità elettroacustiche che esplodono in un sofferente ritornello dalle brumose ed ombrose sfumature. Dolcezza e malinconia continuano ad inchinarsi ed a sfiorarsi anche nella successiva “Home Sweet Home ” che si pone nell’intramezzo di iterazioni sognanti e metalliche stratificazioni sonore. “Love got lost ” continua l’incipt sull’amore , vero unico motore del disco . Le sonorità si mantengono sulla stessa lunghezza d’onda delle precedenti tracce che si muovono attraverso liquidi battiti e notturne visioni che fanno da contrappunto alle magistrali dilatazioni ed agli onirici campionamenti di sottofondo.
Il disco si chiude con “On a Mission “. La traccia scorre a flusso cangiante con sintetiche distorsioni iniettate da substrati di ebm old style. Il brano rievoca alcuni frammenti di vita passata dei Clan of Xymox ricucendo e riportando alla luce anche l’espressione più dance e quella di maggiore densità ritmica.
La musica dei Clan of Xymox in questo disco riesce a coniugare alla perfezione synthpop ed elettronica con una naturalezza sonora a tratti disarmante. In love we trust sancisce il ritorno del gruppo olandese che dimostra inoltre un’accuratissima maturità compositiva a tratti esponenziale ma che si tiene bel lungi dal cadere nelle viscere dell’algido.
Un disco dicuramente da vivere e da ingoiare nella sua totale integrità .
Angel
Gothic Rock
2009
Clan Of Xymox