“Cognitive Dissonance” è il secondo album della band bolognese Two Moons, che già si era fatta ampiamente apprezzare con l’esordio “Elements” datato 2014.
I canoni proposti nelle nove canzoni del nuovo lavoro sono saldamente ancorati al post-punk e alla darkwave, con un fortissimo impiego dell’elettronica a creare atmosfere cupe e opprimenti che hanno fatto la fortuna del genere.
L’opener “Numbers” in tal senso si presenta come la canzone più oscura dell’intero lavoro, con il suo incedere lento, solenne ma incalzante, che lascia spazio ad un pregevole cambio di ritmo a metà traccia. La successiva “Silent” con la sua elettronica dal mood malinconico ha tutte le caratteristiche per diventare un brano da dance floor, perfetto in scaletta per introdurre il post punk frenetico e nervoso di “Across in the Sky”.
La voce di Emil Moonstone rappresenta il vero valore aggiunto del viaggio oscuro di “Cognitive Dissonance”. Con la sua timbrica algida, solo all’apparenza, è in grado di toccare le corde giuste dell’ascoltatore per suscitare forte emozioni già dal primo ascolto. Un chiaro esempio in tal senso è costituito da “Strange Day”, con il cantato che ricorda l’Alfons dei TRUST degli esordi, che si inerpica su una base musicale nella quale i Cure di “Seventeen Seconds” flirtano con i “Clan of Xymox” di “A Day”.
L’ombra dei primi Cure è fortemente percepibile anche in “The Monsters”, posta nella parte finale dell’album, dove l’atmosfera si fa più malinconica e meno opprimente, come nella conclusiva “Rebirth”, che allenta magistralmente la tensione per congedarsi dall’ascoltatore.
Terminato l’ascolto di “Cognitive Dissonance” si ha l’impressione di essere al cospetto di una album vigorosamente compatto e molto interessante, perché variegato.
Altro colpo messo a segno dalla neonata etichetta bolognese Atmosphere Records che dimostra di avere grande fiuto per i talenti nostrani.
Two Moons – Cognitive Dissonance (2017)
8/10
Total Score