Questo catalogo delle opere di Franz Kline è veramente ottimo graficamente: il volume è pesantissimo,e di grande formato; si possono così ammirare in tutta la loro maestosità le opere di Kline, e devo dire che è la prima volta che le vedo così ingrandite e questo dona molto più fascino alle opere:sembra proprio di star davanti alle tele di Kline!
Questo catalogo delle opere di Franz Kline è veramente ottimo graficamente: il volume è pesantissimo,e di grande formato; si possono così ammirare in tutta la loro maestosità le opere di Kline, e devo dire che è la prima volta che le vedo così ingrandite e questo dona molto più fascino alle opere:sembra proprio di star davanti alle tele di Kline! Nel volume,ricchissimo di aneddoti, sono riportati la vita di Franz, l’ambiente culturale dell’epoca, i suoi rapporti con gli altri action painters come Pollock e De Kooning, le sue ispirazioni(arte giapponese, derive di paesaggi industriali e il nascente consumismo,il progresso,i suoi rapporti con l’Esistenzialismo europeo….)Molte opere sono anche “spiegate”, e questo è utile specialmente a chi si avvicina per la prima volta, senza nessuna base o preconcetto alla più sovversiva forma di avanguardia moderna,la più egoista ed introspettiva arte: l’ ACTION PAINTING!
Ecco un commento di Motherwell che rende a perfezione l’arte di Kline e il suo “suprematismo gestuale”:
“le grandi barre nere di Kline hanno la tensione di un arco pronto a scattare”.
Le opere di Kline (tra i precursori del Minimalismo,in piena epoca Action Painting/Espressionismo astratto) sono ricche,vive di suggestioni:
minimaliste, legate agli ideogrammi e ai segni esoterici di alfabeti perduti, legate alla musicalità visiva del Jazz (l’autore era anche un provetto ballerino), quelle forme deformate umane che si stagliano accasciate sulla tela (la moglie di Kline, Elisabeth, si ammalò gravemente di depressione e schizofrenia, e questo ha inciso indubbiamente sull’estetica del pittore:in molti suoi schizzi, sembra di intravedere forme di corpi umani) paesaggi e macerie atrofizzate..tutto questo traspare dalle opere di Kline (morto nel 1962 a 52anni) e molto di più…quelle enormi tele, “imbrattate” con lunghe e larghe strisce nere e bianche, deformi, violente, sono TUTTO il dolore rappresentato sulla tela, dal gesto furioso ed espressivo di Kline…quelle bande nere grondano dolore e angoscia…scheletri neri ritorti su loro stessi,aggrovigliati ed esplosivi..linee di movimento e stasi…
SANGUINANO DOLORE NERO.Violentano gli occhi di chi le guarda.
A chi controbatte che siano solo scarabocchi, dico solo:
Come rappresentare il dolore,che di per sé non ha forma?
Come rappresentare l’angoscia? Il dolore cupo che ci soffoca?
Gli espressionisti astratti hanno rappresentato il loro dolore, attraverso l’automatismo del gesto, gettando il colore violentemente, stuprando la tela bianca con pennellate furiose..io penso che debbano essere capiti e rispettati.
Kline è stato un artista unico,il più sofferente forse nella poetica dell’automatismo del gesto tipica degli espressionisti astratti ( cito il caotico e “anarchico” Pollock, I più riflessivi De Kooning ,Still,Hartung..il bravissimo Vedova.. e le derive informali di artisti come Soulages )
Questo volume è una gioia per gli occhi e celebra appieno il talento visionario di Franz Kline!CONSIGLIATISSIMO!
E se posso citare le mie due opere preferite di Kline…
-“Monitor” (fu amore a prima vista! E all’epoca esclami:”ecco come voglio dipingere!!”)
-“Requiem”.
Bellissime anche: “Four square”,”Palladio”, “Merce C”, “Shenan doah wall”.