La one-man band di San Francisco Soft Moon(Luis Vasquez) debutta con The Soft Moon (Captured Track,2010) con una vena che ricorda la new wave gotica di Sister Of Mercy, Ministry e Suicide. La tribale, stregata Breathe The Fire è la sua Temple Of Love(Sister Of Mercy), la dance pow-wow industriale a rotta di collo di Circles è la sua Where You At Now(Ministry), la tetra trenodia cavernosa Out Of Time è la sua Ghost Rider (Suicide). Queste sono avvolte in atmosferiche linee di synth, escoriate da linee di basso alla Killing Joke, e metabolizzate attraverso improvvisi cambi di tempo. Il poliritmo di Parallels fonde aromi caraibici e australiani prima che un beat “motorik” in stile Neu prenda il sopravvento. Sewer Sickness alza la posta incrociando una chitarra simile a una sirena e un mormorio di voci a un passo hyper-boogie ancor più in stile Neu. Dead Love mantiene un beat al galoppo ma vira sui toni più suadenti dei Joy Division. L’elettronica pulsante mantiene imperterrita il suo corso nell’apocalittico sciame chitarristico di We Are We e nei lamenti cosmico-psichedelici alla Gong di Primal Eyes, le due feste noise che coronano la parata di orrori. Le deviazioni dagli standard non sono meno sconvolgenti. I testi cercano di emergere nella lenta ballata When It’s Over ma sono immediatamente sommersi da petulanti suoni elettronici. La tonante batteria di Into The Depthsrisveglia da una rimbombante melodia spaghetti-western della chitarra. La canzone più tradizionale, Tiny Spiders,è una litania infernale che racchiude una notevole quantità di disperazione. Queste glaciali, meccaniche, ballabili aberrazioni di musica costituiscono l’ideale colonna sonora alle visioni distopiche come in “New Babylon” di Constant Nieuwenhuys.
The Soft Moon
- Darkitalia Staff
- 17 Novembre 2013
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- 2 minute read
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